Amina Bouayach

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Amina Bouayach

Presidente del Consiglio Nazionale dei Ditti Umani
In carica
Inizio mandato6 dicembre 2018
PredecessoreDriss el-Yazami

Amina Bouayach (in arabo آمنة بوعياش?; Tétouan, 10 dicembre 1957) è una diplomatica e attivista per i diritti umani marocchina, dal dicembre 2018 Presidente del Consiglio nazionale del Marocco per i diritti umani.[1] In questo ruolo ha affermato nel 2019 che "non c'erano prigionieri politici in Marocco"[2].

Nel 2006 è diventata la prima donna eletta presidente di una grande ONG in Marocco.[3] In qualità di presidente dell'Organizzazione marocchina per i diritti umani (OMDH),[4] Bouayach ha lavorato sulle principali questioni relative ai diritti umani[5] nel suo paese natale come la tortura, i diritti dei rifugiati e dei migranti, i diritti delle donne, il traffico di esseri umani, i diritti individuali e l'abolizione della pena di morte. Durante la primavera araba ha viaggiato in missioni ufficiali in Tunisia e Libia.[6] Bouayach è stata eletta vicepresidente, poi segretaria generale della Federazione internazionale per i diritti umani rispettivamente nel 2010 e nel 2013.[7] Quindi, nel 2016, Bouayach è stato ambasciatrice marocchina in Svezia[8] e Lettonia.[9]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Amina Bouayach è nata nel 1957 nel nord del Marocco, nella città di Tétouan, in una famiglia Rifaine di Bni Bouayach, della tribù Ait Ouriaghel, cacciata dalle montagne del Rif dall'occupazione spagnola. Suo padre, Hammadi Bouayach, avvocato di professione, era un attivista indipendentista, studioso, pensatore e professore universitario, poi preside della Facoltà di Giurisprudenza di Rabat. Infatti, essendo stato scelto per partecipare ad una missione di studio in Egitto, da Cheikh Mekki Nassiri, ha proseguito gli studi superiori presso la facoltà di Dar Al Ouloum al Cairo, poi a Parigi, prima di tornare in Marocco negli anni Cinquanta.

Anche suo nonno, considerato il braccio destro di Abdelkrim e-Khattabi di cui fu generale durante la Guerra del Rif, era un uomo di legge.

Amina Bouayach si è laureata in economia politica e ha conseguito un master in economia presso l'Università Mohammed V di Rabat. Parla cinque lingue: arabo, rifiano, inglese, francese e spagnolo.[10]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Attivista per i diritti umani[modifica | modifica wikitesto]

Ha esordito nella società civile dopo l'arresto dell'ex marito per la sua attività politica nel 1976, ed è stata coinvolta nella campagna per le famiglie dei prigionieri politici durante gli anni di piombo in Marocco. La sua vicinanza alle famiglie dei prigionieri politici durante le varie fasi della campagna l'ha aiutata a prendere coscienza dell'entità delle violazioni di cui può soffrire il cittadino marocchino e della necessità di realizzare una "riforma istituzionale pacifica che porti al consenso" per realizzare un vero cambiamento in Marocco.[11]

Ha ricoperto anche l'incarico di assistente di ricerca di Fatema Mernissi sui diritti delle donne, in particolare delle donne musulmane; ha poi collaborato come giornalista con vari periodici pubblicando diversi articoli sulla condizione della donna in Marocco.

Dal 1998 al 2002 ha ricoperto la carica di consigliere responsabile dei media nell'ufficio del primo ministro Abderrahman Youssoufi.[4][12]

Tra i fondatori dell'Organizzazione marocchina per i diritti umani (OMDH), ne è stata eletta presidente nel 2006 e poi rieletta per un secondo mandato, diventando la prima donna a presiedere un'organizzazione per i diritti umani in Marocco; lavorando su importanti questioni relative ai diritti umani in Marocco, come la tortura,[13] i diritti delle donne, la libertà di espressione e l'abolizione della pena di morte. Ha ricoperto questa posizione fino al 2015.[4][14][15]

Nel 2010 è stata eletta vicepresidente della Federazione Internazionale delle Leghe per i Diritti Umani e sua segretaria generale nel maggio 2013.[16]

Nel 2011 è stata nominata dal re Mohammed VI membro della Commissione consultiva per la riforma della costituzione marocchina.

Amina Bouayach è stata membro dell'Organizzazione Araba per i Diritti Umani e del gruppo di esperti in studi strategici nella regione dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Nel 2014 ha ricoperto la carica di Senior African NGO Coordinator all'Africa Summit di Addis Abeba.

Ambasciatrice[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 ottobre 2016, divenne ambasciatrice del Marocco in Svezia e Lettonia.

Il 6 dicembre 2018, Amina Bouayach è stata nominata dal re Mohammed VI presidente del Consiglio nazionale per i diritti umani in Marocco.[17]

In occasione della Giornata mondiale della donna dell'anno 2019, avvia con successo una campagna nazionale per l'abolizione dei matrimoni tra minorenni in Marocco.[18]

Nel marzo 2022 è stata eletta segretaria e vicepresidente della Global Alliance of National Human Rights Institutions.[19]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Amina Bouayach è stata la prima donna eletta a capo di una ONG per i diritti umani in Marocco, l'OMDH.[20][9]
  • È stata eletta vicepresidente e poi segretaria generale della Federazione internazionale per i diritti umani nel 2010 e nel 2013.[21]
  • Nel 2011 e poi nel 2013, il re Mohammed VI l'ha decorata come Comandante dell'Ordine del Trono e poi Ufficiale dell'Ordine del Trono.[22]
  • Nel 2014, Amina Bouayach ha ricevuto le insegne di Cavaliere dell'Ordine Nazionale della Legion d'Onore della Repubblica Francese come riconoscimento per il suo lavoro a tutela e promozione dei diritti umani.[23]
  • Per la Giornata della donna 2021, l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha scelto Amina Bouayach tra cinque donne leader mondiali per i diritti umani e l'uguaglianza.[24]

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Il CNDH e il suo presidente Amina Bouayach hanno ricevuto pesanti critiche nel 2019 dopo la sua dichiarazione secondo cui i prigionieri di Hirak Rif non erano detenuti politici, in particolare che non ci sono "prigionieri politici in Marocco", ma piuttosto "prigionieri che sono stati arrestati per la loro partecipazione a manifestazioni o violenze prodotte durante le manifestazioni". L'Hirak Rif (movimento popolare) è iniziato nel 2016 dopo che Mohcine Fikri, un pescivendolo locale, è stato schiacciato a morte in un camion della spazzatura mentre tentava di recuperare i suoi beni confiscati.[25][2]

Successivamente, in un rapporto di 400 pagine creato dal CNDH e presentato da Bouayach, le conclusioni concordavano con le accuse della magistratura contro il leader di spicco delle proteste, Nasser Zefzafi, condannato a 20 anni di carcere. Zefzafi è stato arrestato dopo aver insultato un imam locale durante un sermone e condannato dalla magistratura per incitamento a proteste che si erano trasformate in "gravi violenze", compreso l'incendio doloso di una residenza che ospitava la polizia di Al Hoceima. Questa posizione di CNDH e Bouayach è stata criticata da diversi gruppi e attivisti per i diritti marocchini.[25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) King Mohammed VI appoints Amina Bouayach chairwoman of CNDH, 7 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2021).
  2. ^ a b (EN) Safaa Kasraoui, CNDH President: There Are No Political Detainees in Morocco, in Morocco World News, 24 luglio 2019. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2019).
  3. ^ (EN) Biography (PDF), su fidh.org, 1º marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2015).
  4. ^ a b c (EN) Tarek Bazza, King Mohammed VI Appoints Amina Bouayach as Head of Morocco's Human Rights Council, in Morocco World News, 6 dicembre 2018. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2021).
  5. ^ (FR) La Légion d’honneur accordée à Amina Bouayach et Amina Lotfi, in TELQUEL, 9 dicembre 2014. URL consultato il 23 febbraio 2015.
  6. ^ (EN) Salil Tripathi, Amina Bouayach on Business and Human Rights in Morocco, in Institute for Human Rights and Business (IHRB), 12 marzo 2020. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2021).
  7. ^ (EN) Morocco's Amina Bouayach, Amina Lotfi Awarded French Legion Of Honor, in Morocco World News, 9 dicembre 2014. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  8. ^ (EN) King Of Sweden Receives Amina Bouayach At End Of Her Mission As Moroccan Ambasador In Stockholm, su article19.ma.
  9. ^ a b (EN) Amina Bouayach, Chairperson, in Conseil National des Droits de l'Homme. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2019).
  10. ^ (AR) أبركان الصالح, علم الضحية : مفهوم جديد في العلوم الجنائية و أين موقع المشرع الجزائري من ذلك ؟, in Studies and Research, vol. 6, n. 16, 2014, pp. 293–310, ISSN 1112-9751 (WC · ACNP). URL consultato il 7 dicembre 2018.
  11. ^ (FR) Maroc: le parcours d’Amina Bouayach, la «Madame droits de l’homme» de Mohammed VI, in Jeune Afrique, 28 marzo 2019. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  12. ^ (AR) أمينة بوعياش .. المرأة التي ستواجه البوليساريو في السويد, su Hespress. URL consultato il 7 dicembre 2018.
  13. ^ (FR) Amina Bouayach: “Il existe encore des cas de torture”, in L'Économiste, 27 novembre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  14. ^ (AR) المساوي محمد, المرجعية الدولية لحقوق الإنسان في الدساتير العربية الجديدة : المغرب ومصر نموذجا, in المجلة العربية للعلوم السياسية, n. 49-50, aprile 2016, pp. 29–48, ISSN 2309-2637 (WC · ACNP). URL consultato il 7 dicembre 2018.
  15. ^ (AR) فرحاتي عمر, أثر التهديدات الأمنية الجديدة في الساحل على الأمن في المغرب العربي, in دفاعات, n. 5, 2016, pp. 56-62, ISSN 2411-0205 (WC · ACNP). URL consultato il 7 dicembre 2018.
  16. ^ (FR) Amina Bouayach élue secrétaire générale de la FIDH, in Slate Afrique, 28 maggio 2013. URL consultato il 23 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2015).
  17. ^ (FR) Qui est Amina Bouayach, nouvelle présidente du CNDH?, in Le Matin. URL consultato il 7 dicembre 2018.
  18. ^ (FR) Mariage des mineurs: Amina Bouayach plaide pour l’abolition de "l’exception", su telquel.ma. URL consultato il 14 marzo 2019.
  19. ^ (FR) Élection du CNDH à la vice-présidence de l'Alliance mondiale des institutions nationales des droits de l'Homme GANHRI, su fr.hespress.com, 10 marzo 2022.
  20. ^ (EN) Amina Bouayach (PDF), su schoolofpolitics. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2021).
  21. ^ (EN) Human Rights Activist Amina Bouayach at the Helm of CNDH, Chaouki Benayoub, Interministerial Delegate for Human Rights, in The North Africa Post, 6 dicembre 2018. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2019).
  22. ^ (EN) Ms. Amina BOUAYACH, in Kingdom of Morocco Supreme Council of the Judicial Power. URL consultato il 15 aprile 2023.
  23. ^ (FR) La Légion d'honneur française décernée à Amina Bouayach et Amina Lotfi, su H24info, 9 dicembre 2014. URL consultato il 7 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
  24. ^ (EN) International Women's Day: Five women human rights leaders demand a more equal post-pandemic world, su ohchr.org. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  25. ^ a b (EN) Yahia Hatim, Hirak Rif: CNDH Report Slams Violence, Delayed Intervention, in Morocco World News, 9 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2020).

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